Le migliori strategie anti-tumore allo stomaco

06 dicembre 2019
Dieta equilibrata, contrasto all’obesità e astensione da fumo e alcol restano i principali suggerimenti per la prevenzione del tumore gastrico. Secondo un imponente studio scientifico cinese appena concluso, inoltre, occorre prestare attenzione alla qualità dell’acqua, dell’aria e del suolo, così come alle infezioni da Helicobacter pylori. E i controlli preventivi regolari giocano un ruolo essenziale per ridurre la mortalità.

Il tumore gastrico, a livello mondiale, è tra le malattie oncologiche più diffuse e impattanti in termini di salute pubblica: attualmente è al quinto posto per incidenza (preceduto solo dalle neoplasie al polmone, al seno, al colon-retto e alla prostata) e al terzo posto per numero di vittime, superando pure il cancro al seno e alla prostata. Nonostante i numeri assoluti siano in leggero calo da un anno all’altro, solo nel 2018 nel computo globale sono state registrate oltre un milione di nuove diagnosi e 782mila decessi, pari all’8,2% delle morti complessive dovute al cancro.

Da anni gli scienziati hanno stabilito che tra i fattori di rischio associati all’insorgenza dei tumori allo stomaco rientra una lunga serie di caratteristiche ambientali: la qualità dell’acqua, del suolo e dell’aria, l’altitudine e la latitudine, le peculiarità del terreno e delle rocce, la quantità di radiazioni e persino l’effetto del riscaldamento globale sono solo alcuni dei parametri che possono influire sull’incidenza del tumore. Se alcuni di questi sono di fatto impossibili da modificare – a meno che non si consideri l’idea di trasferirsi lontano da casa – per una parte di questi aspetti è invece possibile modificare ad hoc i propri comportamenti e abitudini, sulla base delle evidenze scientifiche.

E proprio su questo si è concentrato un gruppo di ricercatori dell’università di Pechino, in Cina, analizzando un lunghissimo elenco di studi sull’argomento pubblicati negli ultimi 80 anni da colleghi in varie parti del mondo, con l’obiettivo di tirare le somme e mettere insieme alcuni consigli pratici validi in qualunque area geografica. Con una doverosa premessa: i principali aspetti a cui prestare attenzione sono la dieta e il controllo del peso, combinati a una riduzione del consumo di alcol e all’eliminazione del fumo, nonché all’assunzione per bocca di acido acetilsalicilico (l’aspirina) quando ritenuto necessario dal proprio medico.

Tra i risultati raccontati nella ricerca, la cui pubblicazione è già stata fissata per marzo 2020, emerge anzitutto la necessità di prestare attenzione alla qualità dell’acqua. Il consumo di acqua particolarmente salina, inoltre, pare aumentare il rischio a medio e lungo termine, poiché comporta un danneggiamento della mucosa gastrica. Viceversa, le acque più dure, ossia ricche di calcio e magnesio, sono capaci di ridurre l’incidenza e la mortalità del tumore allo stomaco, così come la presenza di selenio e zinco. Cadmio, piombo, arsenico e cromo sono invece gli inquinanti più pericolosi, tanto nell’acqua quanto nel suolo.

Al secondo posto, dopo l’acqua, c’è l’esposizione a polveri e altre sostanze nocive nell’aria, che andrebbe monitorata soprattutto per certe categorie professionali e ridotta con l’uso di opportuni dispositivi di protezione. Grande attenzione andrebbe posta anche alle infezioni gastriche da Helicobacter pylori (un batterio spiraliforme il cui habitat è proprio il muco dello stomaco), per le quali è essenziale intervenire tempestivamente. E lo stesso batterio sarebbe anche collegato all’effetto dell’altitudine: proprio la sua proliferazione ad alta quota pare essere un fattore determinante che spiega l’aumento dell’incidenza via via che si sale, insieme al ridotto consumo (in media) di frutta e verdura di chi vive in montagna rispetto a chi è più prossimo al livello del mare.

Tra i fattori di prevenzione, infine, va annoverata la diagnosi precoce o, in modo equivalente, la regolarità nei controlli di screening. In particolare, dovrebbero portare maggior attenzione quelle persone che hanno una storia familiare di tumori allo stomaco, che vivono o lavorano in condizioni a elevato rischio, oppure che soffrono di disturbi gastrici cronici la cui natura non è stata stabilità con certezza. In generale, comunque, i ricercatori suggeriscono di iniziare i controlli non più tardi dei 50 anni di età, e di prevedere una frequenza annuale oppure ogni 2 o 3 anni. E ultima, non certo per importanza, è la politica adottata dai sistemi sanitari nazionali: gli Stati dove sono state avviate campagne di sensibilizzazione e dove sono previsti obblighi di screening e opportuni protocolli preventivi hanno ottenuto riduzioni percentuali dell’incidenza a doppia cifra.


Gianluca Dotti
Giornalista scientifico - Tecnoscienza



Fonte: http://bit.ly/PrevenzioneTumoreGastrico

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