L’attività fisica fa bene anche per prevenire i tumori, e pure ai pazienti oncologici

26 agosto 2019
Che lo sport sia un toccasana per la salute non è certo una novità. Tuttavia, l’assenza di un esercizio regolare resta uno dei più importanti fattori di rischio su cui si può fare qualcosa, nel concreto e nel quotidiano, per prevenire i tumori. A buona parte dei malati di cancro, inoltre, un programma di allenamento adeguatamente tarato può migliorare la qualità della vita.

Oltre un terzo dei casi di cancro è imputabile alle cattive abitudini delle persone. Lo ha affermato l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), secondo cui la quota parte di tumori associati a fattori di rischio modificabili o eliminabili può essere stimata al 35%. E in cima al podio poco virtuoso delle pratiche peggiori ci sono senza dubbio l’obesità trascurata e l’assenza di un’opportuna attività fisica, che in fondo possono essere viste come due facce della stessa medaglia.

La LILT ha fatto un portabandiera del fatto che la pratica sportiva rappresenti per chiunque una buona abitudine, ma quanto può davvero incidere l’esercizio fisico a livello di prevenzione tumorale? A questa domanda ha tentato di dare una risposta un gruppo di ricercatori al lavoro in Florida, negli Stati Uniti, che si è occupato di raccogliere e analizzare tutti gli studi scientifici pubblicati negli ultimi anni e incentrati sul rapporto tra sport e cancro. Il risultato è una ricerca, da poco uscita sulla rivista Complementary Therapies in Medicine, che trovate al link in fondo all’articolo (in cui è possibile leggerne l’estratto gratuito).

Anzitutto, è stato ribadito ancora una volta che un’attività fisica regolare e routinaria riduce in modo significativo l’incidenza di una moltitudine di forme cancerose, fra cui alcune molto comuni come il tumore del colon-retto, quello al seno, quello al polmone e il carcinoma dell’endometrio. Anche se in modo meno netto, è emerso che lo sport riduce la probabilità di sviluppare anche parecchi altri tipi di cancro.

Ma c’è di più: secondo le evidenze scientifiche raccolte, l’attività fisica ha un effetto positivo anche sulle persone che stanno già seguendo una terapia contro il cancro. In questo caso i risultati più evidenti riguardano il tumore al seno e del colon-retto, ma in generale è stata misurata una diminuzione della mortalità per tutti i pazienti, sia nelle cause direttamente imputabili al tumore sia in termini generali. Il miglioramento dello stato di salute indotto dall’attività fisica, nonché l’effetto positivo sulla qualità della vita, è dunque importante tanto nei pazienti oncologici quanto nelle persone sane.

Che fare nella pratica, quindi? In base a quanto dichiarato dai ricercatori, uno degli elementi chiave è la costanza nella pratica sportiva, che discende anzitutto da un preciso e adeguato programma di allenamento. Se le persone sane, in funzione dell’età, possono costruire la propria agenda sportiva settimanale con l’aiuto di un personal trainer o di un medico sportivo, per i pazienti oncologici è stato sottolineato il valore di un consulto ad hoc con il proprio medico curante.

“È importante”, sottolineano gli autori della ricerca nelle conclusioni del loro lavoro, “che gli operatori sanitari discutano i programmi di attività fisica con i malati di cancro che hanno in carico”. A livello generale, infatti, è emersa globalmente una netta carenza a livello di programmazione dell’esercizio sportivo, tanto che pure gli studi scientifici sono stati condotti sulla base dell’attività fisica constatata a posteriori anziché su quella organizzata a priori, a dimostrazione di quanto è raro che questa organizzazione esista. Invece, solo un esercizio tarato e strutturato sulla base del tipo di malattia e dello stato di salute generale può dare i desiderati benefìci durante il decorso della malattia. Insomma, non basta limitarsi a un generico fare sport, ma occorre allenarsi nel modo giusto.

Gianluca Dotti
Giornalista scientifico



Fonte: http://bit.ly/ComplementaryTherapies2019




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