Cancro, è allarme: i maschi non fanno prevenzione

25 marzo 2018
Con campagne e progetti mirati si parla spesso di prevenzione “rosa”, soprattutto rivolta alle più giovani, ma ora l’Istituto Nazionale Tumori (INT) lancia l’allarme: è il mondo “blu” che non si preoccupa della propria salute. Un’attenzione che invece andrebbe insegnata sin dalla più tenera età.

Con campagne e progetti mirati si parla spesso di prevenzione “rosa”, soprattutto rivolta alle più giovani, ma ora l’Istituto Nazionale Tumori (INT) lancia l’allarme: è il mondo “blu” che non si preoccupa delle propria salute.

Eppure i dati ufficiali dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica dovrebbero fare paura: non solo i maschi muoiono di più, in numeri assoluti, di cancro - tra il 2008 e il 2013 soprattutto per cancro al polmone, al colon-retto, alla prostata, al fegato e allo stomaco – ma in Italia nel genere blu stanno aumentando i casi di tumore al pancreas, alla tiroide, di melanoma e mesotelioma.

Il cancro maschile forse più emblematico è quello ai testicoli, perché più frequente tra i giovani: rappresenta il 12% dei casi tra gli under 50. Il rischio di svilupparlo in giovane età è molto elevato (1 su 189) e la sua incidenza è in aumento (+ 2,9% per anno). Ci sono però due buone notizie. Primo: scoprire questa malattia è relativamente facile (si nota un ingrossamento del testicolo). Secondo: quando viene diagnosticata nelle fasi iniziali (stadio 1 e 2) la guarigione è di poco inferiore al 100%. Quindi si può dire che di cancro al testicolo si guarisce praticamente sempre, se trovato per tempo.

Ed è proprio per questo motivo che desta sconcerto il dato che l’INT ha deciso di rendere pubblico: otto uomini su dieci secondo l’ente di ricerca non si sottopongono neppure a una visita urologica nella loro vita. Risultato: tra i maschi le diagnosi sono troppo spesso tardive.

Basterebbe poco. Servirebbe maggiore educare i teen-ager sin dall’inizio della loro vita sessuale a detergere le proprie parti intime per evitare le infiammazioni e a controllare la forma e la consistenza dei genitali tramite palpazione.

Questa semplice attività consentirebbe anche di prevenire il cancro al pene. Esistono però anche altri strumenti. Da qualche mese in Emilia-Romagna infatti è attiva e gratuita per tutti i maschi al compimento degli 11 anni la vaccinazione contro il papilloma-virus (HPV). Questo virus è sia causa del cancro al collo dell’utero - per cui la vaccinazione è di fatto una protezione nei confronti delle ragazze - ma meno noto è il fatto che circa il 30 per cento dei casi di tumore al pene tra gli under 50 sono provocati dall’HPV. L’infezione da virus HPV può colpire anche le donne e gli uomini adulti, ma l’efficacia della vaccinazione in entrambi i sessi diminuisce con l’età.

Quindi, come sempre, conviene attivarsi presto, andando dal pediatria di comunità o alle strutture ASL di Igiene pubblica.


LILT Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori - Associazione Metropolitana LILT di Bologna
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